Tratto dal libro di Luca Vecchiato “Quelle stagioni degli occhi a mandorla”
“Ed infatti una ditta della Liguria, Casa Canavese, proprio all’inizio degli anni ottanta aveva trasferito la sua sede principale da Sanremo a Loano, ed ivi, a pochi chilometri da Finale, aveva realizzato un attrezzato “servizio concerti”.
Un servizio che Casa Canavese da allora svolge eccellentemente per il Concorso di Finale Ligure e che, lo si vuole ricordare anche in questa nostra storia, dovette prestare persino per fornire di pianoforte la più grande sala da concerto del mondo: l’anfiteatro naturale costituito, a tremila metri di altezza, dalle rocce del Monviso.
Fu nell’estate del 1989 che uno dei preziosi pianoforti a coda di Canavese, appeso con funi ad un potente elicottero, volò tra le cime del “Re di Pietra” per venire delicatamente posato sul palco in roccia di quello straordinario anfiteatro che, a metà strada dal cielo, ben si presta quale auditorium per concerti di musica classica.
L’anfiteatro naturale del Monviso, oltre che caratterizzato da un magico scenario, offre un’eccezionale ambientazione acustica, tale da consentire il diffondersi, in assoluta purezza, dei suoni degli strumenti classici.
A quelle altitudini, vicino al mondo degli angeli, l’accordatore Lucio Canavese impiegò un’intera mattinata per regolare ed accordare il pianoforte a coda che, inevitabilmente, aveva sofferto per lo sbalzo di temperatura ed il passaggio di quota”.